Montagne della mente by Macfarlane Robert

Montagne della mente by Macfarlane Robert

autore:Macfarlane, Robert [Macfarlane, Robert]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Nel corso della discesa, quando già si addensano le ombre della sera, Petrarca e il fratello giungono a una locanda ai piedi del monte, dove, a lume di candela, il poeta si pone a scrivere il resoconto della giornata. La salita al Ventoux va senz’altro citata nella storia della percezione delle montagne, anche se il suo significato è ridimensionato dall’insistenza con cui il poeta trasforma l’esperienza in un’allegoria religiosa. Non c’è nessun elemento della descrizione – il sentiero che i due seguono per salire, il panorama dalla vetta, gli abiti indossati per l’occasione – che sia solo quello che è: ogni dettaglio acquista significato in un racconto disseminato di simbolismi. Alcuni studiosi ritengono, del resto, che l’ascensione non sia avvenuta nella realtà: si tratterebbe semplicemente di una cornice letteraria, atta a contenere le meditazioni metafisiche dell’autore e a esprimere una pia morale. «Oh, quanto dovremo impegnarci per aver sotto i piedi non una cima piú elevata, bensí le passioni generate dagli istinti terreni!» conclude Petrarca.

Per trovare i primi lampi di un interesse per la vetta, intesa non come emblema spirituale ma come forma fisica capace di suscitare emozioni nello spettatore, dobbiamo arrivare al Seicento, e in particolare agli anni in cui si gettavano le basi del Grand Tour, quel viaggio di formazione attraverso le città e i paesaggi d’Europa che dalla fine del XVII e per tutto il XVIII secolo sarebbe diventato obbligatorio per i rampolli ricchi (o dalla pessima reputazione). Furono quei «gran turisti», tornando in patria, a introdurre e a diffondere nuovi atteggiamenti culturali nei confronti del paesaggio in generale e delle montagne in particolare. Alla prima generazione di giovani britannici che si avventurarono sulle vie del Gran Tour appartiene John Evelyn, che diventò famoso grazie alla pubblicazione postuma del suo diario di viaggio (redatto tra il 1641 e il 1706, il manoscritto venne rinvenuto per caso in un cesto della biancheria nel 1817 e pubblicato l’anno successivo).

Una sera di novembre del 1644, Evelyn e due compagni passarono al piccolo trotto sotto le mura di una rocca, sulle montagne dell’Italia centrale. Da un’isola del vicino lago di Bolsena giungevano i rintocchi della campana di un convento di Cappuccini. Solo poche settimane prima, attraversando le Alpi per scendere in Italia, Evelyn aveva trovato «strano, ripugnante e spaventevole» l’aspetto delle montagne. Le pagine del diario corrispondenti a quei giorni offrono tutto il repertorio dei difetti che il XVII secolo attribuiva alle montagne: la loro ripidità e altezza impedivano all’occhio di spaziare; erano «deserti» privi di vita e senza alcuna utilità.

Quale sorpresa fu dunque per Evelyn scoprire che a cosí breve distanza da quella sgradevole esperienza la montagna gli riservava una grandissima emozione. Proseguendo la salita, a un certo punto fu premiato con uno degli effetti piú eccitanti e belli che tutti gli alpinisti conoscono: quello di ritrovarsi all’improvviso al di sopra delle nuvole.

Entrammo dentro una massa di nuvole assai fitte e dense e scure, che anche a breve distanza avevano apparenza di rocce, ed essa ci restò addosso per circa



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.